Dalle décolleté rosse con tacchi vertiginosi alle sneakers a fiori, dalle stringate di vernice nera agli stivaletti consunti da lavoro. In esposizione, di scarpe ce ne sono tante. Ciascuno sceglie quelle che preferisce, le indossa e, camminando sulle rive del Tamigi, scopre, attraverso le cuffie, la storia del loro proprietario. Calzature che diventano silenziose testimoni di storie ordinarie o stravaganti, di abiezione o di coraggio, di speranza o di dolore. Quelle raccontate in "A mile in my shoes", la prima installazione interattiva dell’Empathy Museum, un museo all'avanguardia, concepito per temi ed eventi, inaugurato di recente a Londra.
Si tratta di uno spazio che consente di entrare nei panni di altre persone e di vedere il mondo attraverso i loro occhi.
Molti gli intellettuali che hanno collaborato alla nascita di questa struttura, dove l’altro si fa esperienza. Tra loro anche il filosofo Roman Krznaric, che spiega: «La parola empatia è sulla bocca di tutti, ma viviamo in un mondo così individualistico che le nostre capacità di provarla stanno rapidamente diminuendo. E la nostra incapacità di capire il punto di vista degli altri, le loro esperienze e i loro sentimenti è alla base del pregiudizio, del conflitto e della disuguaglianza. L’empatia è l’antidoto di cui abbiamo bisogno».
Ci sono persone le cui parole hanno il potere di ferirci profondamente, ma quante volte ci siamo chiesti: da dove arrivano quelle parole e quegli atteggiamenti? Conosciamo la storia di chi abbiamo davanti? Proviamo ad "entrare" nella loro Vita, proviamo ad immedesimarci, a "camminare" con le loro scarpe per qualche ora ... e poi decidiamo se quelle parole e quegli atteggiamenti hanno ancora lo stesso significato.
Buona giornata!